ICAM

ICAM – Istituto a custodia attenuata per madri detenute

 

L’ICAM, acronimo di “Istituto a custodia attenuata per detenute madri”,

è stato istituito con legge 62/2011, con 3 obiettivi:

  • sviluppare un normale rapporto tra madre e figlio;

  • ridurre la presenza dei bambini negli istituti penitenziari;

  • tutelare la collettività, dato che si tratta di madri colpevoli di reati o sottoposte a custodia cautelare con provvedimento del giudice.

Per garantire il benessere psico-fisico del bambino, gli Icam, dovrebbero essere strutturati, in modo simile alle civili abitazioni, in cui creare un ambiente a misura dell’infante, con pareti colorate, ludoteche e assistenza medica.

Tutto ciò, in base alle previsioni legislative della L. 62/2011, che sancisce che la madre (o, in mancanza il padre), essendo privata, per legge, della libertà personale, e che convive con un minore da 0 a 6 anni, non può essere relegata in strutture carcerarie.

Bensì, in ambienti diversi dal carcere, quali case famiglie protette, in cui le sbarre “ci sono, ma non si vedono”, gli agenti penitenziari non sono in divisa;ci sono pediatri, infermieri e si vive in serenità e allegria….Come in una normale famiglia!

In realtà, le previsioni legislative, sono rimaste, in gran parte disattese; al punto tale da pensare ad una modifica della L. 62/2011.

Infatti, nel 2019, alcuni parlamentari, recandosi in un Icam, il solo in Campania, hanno constatato che la struttura, non aveva caratteristiche simili ad un ambiente familiare e soprattutto idoneo al benessere dei bambini ivi presenti: infatti, l’istituto difettava di medici, infermieri, pediatra e puericultrice.

Un habitat distante dai principi della legge in materia.

Fino ad aprile 2019, i bambini di madri detenute erano circa 60, distribuiti tra Cagliari – carcere di Senorbì, Torino, Milano- carcere di San Vittore, Venezia – carcere di Giudecca, Roma – Carcere di Rebibbia e Lauro.

Tra questi luoghi, a parte le sezioni nido, presenti nelle carceri, le uniche strutture definibili Icam, rispettose dei requisiti legislativi sono due: Milano e Roma.

L’aspetto, più triste di tutto questo, è che dei bambini, che dovrebbero trascorrere la propria infanzia, in modo spensierato e allegro, sono costretti a pagare colpe altrui, soprattutto a causa di uno Stato, quello italiano, che non finanzia la nascita di case famiglie protette, le quali sopravvivono grazie ad aiuti locali, regionali.

Uno Stato, che non esercita alcun controllo, affinché, venga tutelato il minore “sfortunato”, in modo appropriato alle sue esigenze, alle sue condizioni di vita………

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