Spread o differenziale italiano

Spread o differenziale italiano

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Chi ha l’abitudine di seguire il telegiornale o qualche trasmissione politica, sente spesso parlare di spread.

Lo spread è detto, anche, differenziale, perché misura la differenza in termini di rendimento tra i BTP (buoni del tesoro pluriennali, di nazionalità italiana) e i Bund (titoli di stato tedeschi) con cadenza decennale.

Si fa riferimento ai titoli di stato tedeschi, perché la Germania, nell’Unione Europea, è il paese più solido dal punto di vista economico.

Lo spread può crescere o diminuire; se cresce, ciò vuole dire che l’’economia italiana, non è affidabile, il suo rating è basso, non conviene investire in titoli italiani, in quanto l’investitore correrebbe un rischio elevato (rischia di perdere il capitale investito). Viceversa, uno spread basso, induce i risparmiatori ad investire nel nostro Paese.

Lo spread, però, può, anche crescere, perché è diminuito il rendimento dei Bund, causa crescita della domanda………….

Negli ultimi tempi, per l’instabilità politica dell’Italia, lo spread è stato costantemente in rialzo. Ad influenzare il differenziale, non concorre solo la politica, ma anche la crescita economica di un Paese; il debito pubblico (ossia, ammontare del debito contratto dallo stato nei confronti di soggetti nazionali o stranieri); la valutazione espressa sull’economia italiana dalle agenzie di rating americane Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s; l’attingere dell’Italia al Fondo Europeo Salvastati ed infine il sostegno da parte della Banca centrale Europea………..

 

 

 

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