Il rossetto

Il rossetto

La donna, per natura, mira a curare la propria immagine e la propria persona.

Un’abitudine, che risale ai tempi dell’antica Roma, quando le donne usavano, rudimentali trucchi, composti da sostanze quali miele, antimonio, carbone e anche il minio, il cinabro.

Il minio, un minerale contenente piombo (per cui tossico) era utilizzato, dalle donne romane, benestanti e inconsapevoli della sua tossicità, per realizzare il rossetto.

Nel medioevo, la cosiddetta “età buia”, il trucco non era ben visto sul viso di una donna: la dama, con il rossetto, veniva accusata di stregoneria, perché era uno strumento di seduzione.

Le donne, che lo indossavano, avevano sulle labbra un composto di grasso di pecora e polveri di radice rossa (un prodotto meno nocivo rispetto al passato).

Arriviamo al Rinascimento, che si colloca tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, comprendendo il periodo che va dalla metà del XIV secolo fino al XVI secolo, età di “rinnovamento culturale ” per l’Italia e soprattutto per Firenze, città d’arte, quando, anche, il rossetto, acquisisce la sua importanza. In quel periodo, l’ideale di bellezza, era una donna con un incarnato delicato e roseo e con labbra rosse, rosso ottenuto con albume d’uovo, cocciniglia e liquido della pianta del fico.

Successivamente, il rossetto sarà composto da grasso animale e carminio di cocciniglia. Parliamo del periodo fine 800, inizio 900.

E’ in questo periodo, che un importante marchio francese, crea e lancia sul mercato, il primo rossetto in stick.

La composizione del rossetto, nel tempo, ha seguito una linea diversificata, in base alle esigenze di trucco. Infatti, il rossetto è diventato un prodotto fisso sulle labbra per l’intera giornata.

Il rossetto, è il prodotto cosmetico, forse, più amato dalle donne, data la crescente domanda che caratterizza il mercato mondiale. Infatti, insieme a prodotti, quale mascara, ombretti e fondotinta, il rossetto, determina lo spostamento di svariati milioni di euro.

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